Guado - piante in fase di raccolta. | Guado - piena fioritura. |
- Università degli Studi di Pisa - Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali
Via San Michele degli Scalzi, 2 / Facoltà d'Agraria
56124 - Pisa (PI)
Tel.: 050 2218940, Fax: 050 2218970
e-mail:macchia@agr.unipi.it
Attività: Unità di Ricerca e Conservazione del Germoplasma
Tecnici Referenti:
- Angelini Porf.ssa Luciana
DAGA - Univ. di Pisa
Pisa
Tel.: 050599242, Fax: 050540633
e-mail:angelini@agr.unipi.it
- Istituto d'Istruzione Superiore A.M. Camaiti
Via S. Lorenzo, 18 / Istituto Tecnico Agrario
52036 - Pieve Santo Stefano (AR)
Tel.: 0575 799552, Fax: 0575 799553
e-mail:posta@ipapieve.it
Attività: Istruzione
Tecnici Referenti:
- Betti Prof.ssa Paola
I.P.S.A.A. "A. M. Camaiti"
Pieve Santo Stefano (AR)
Attività: insegnante
- Zucca Prof.ssa Maria
I.P.S.A.A. "A.M. Camaiti"
Pieve Santo Stefano (AR)
Attività: insegnante
L'interesse
per la riscoperta di questa pianta è scaturita da motivazioni
storico-culturali di indubbio valore, in quanto proprio a causa della
vocazione pedoclimatica della Valtiberina, essa ha rappresentato per
alcuni secoli una componente essenziale nel commercio e nello sviluppo
economico.
Si trovava allo stato spontaneo in tutta Europa, ma è originaria dell'Eurasia.
Conosciuta
dagli Egiziani come pianta tintoria, si è diffusa in Europa durante il
Medioevo, soprattutto in Francia, dove "il pane" del guado "coque" dava
il nome a " le pays de cocagne", il paese della cuccagna per indicare il
benessere portato dalla coltivazione di questa pianta.
In Italia
questa pianta si coltivava in tre zone: quella toscana, quella bolognese
e quella lombarda. La zona toscana riguardava il Chianti, la Val di
Chiana e l'Alta Valle del Tevere (compresa Città di Castello), Cortona e
Castiglion Fiorentino.
In Valtiberina città come Sansepolcro legarono il loro destino economico alla produzione della materia colorante e delle stoffe.
A
partire dalla fine del Cinquecento la produzione del guado incontra
difficoltà progressive, perché con l'apertura di nuove vie commerciali
si allargano gli orizzonti e si reperiscono nuove materie coloranti
(Indigofora) sempre più nei paesi di oltreoceano.
Da documenti
storici si è potuto determinare quale fosse la tecnica di coltivazione
per giungere alla confezione dei "pani" di guado.
In inverno si provvedeva a zappare i terreni in profondità e a concimarli
abbondantemente
perché la pianta aveva bisogno di crescere in terra ben nutrita e
"grassa"; in febbraio si provvedeva a collocare il seme.
Dopo che era
cresciuta la pianta era oggetto di un continuo lavoro di zappatura e di
ripulitura: un'operazione questa di rilevante importanza poiché la
presenza di radici e di altre erbe infestanti, avrebbero
irrimediabilmente compromesso la qualità del prodotto che
doveva essere assolutamente puro, pena la non commerciabilità.
La
prima raccolta delle foglie avveniva nel mese di Maggio, ma a questa ne
seguivano altre quattro o cinque distanziate di circa 22-25 giorni
l'una dall'altra: le raccolte dovevano terminare il 15 di Ottobre.
Le
foglie entro il 20 di Ottobre dovevano essere triturate dalle ruote di
pietra dei vari molini della zona e ridotte in una pasta con cui si
formavano dei "pani" di forma e peso determinati da una scodella
misurata dal regolatore dei pesi del Comune.
I pani erano quindi
posti ad asciugare in luoghi ben coperti, sopra dei graticci, affinchè
l'aria circolasse bene tra loro e li asciugasse a dovere. A questo punto
i produttori vendevano i pani ai mercanti, i quali, a loro volta, dopo
aver fatto le "incette" procedevano ad altre operazioni affinchè il
prodotto potesse essere facilmente messo in commercio. Essi infatti nel
mese di febbraio, portavano i pani in appositi locali detti "maceratoi"
dove li spezzavano e li lasciavano fermentare per circa 15 giorni;
durante la fermentazione il guado veniva "rivoltato" più volte.
Successivamente lo irroravano di vino perché iniziasse una nuova
fermentazione. Al termine veniva posto su graticci a circa 30
cm dal
suolo affinchè si asciugasse definitivamente. Avvenuto il
"prosciugamento" il guado era pronto per la commercializzazione, cioè
per essere venduto all'Arte della lana di Firenze.
Nel tempo
fiorente, la sola città di Sansepolcro inviava a Firenze numerose
centinaia di migliala di libbre all'anno di guado. Nel periodo
napoleonico il laboratorio di estrazione del guado di Sansepolcro era
considerato una delle migliori guaderie d'Europa.
Zona Tipica di Produzione |
Comune | Anghiari (AR) |
Comune | Badia Tedalda (AR) |
Comune | Caprese Michelangelo (AR) |
Comune | Monterchi (AR) |
Comune | Pieve Santo Stefano (AR) |
Comune | Sansepolcro (AR) |
Comune | Sestino (AR) |
Banca Regionale del Germoplasma |
- Istituto d'Istruzione Superiore A.M. Camaiti
Via San Lorenzo, 18
Belvedere
52036 - Pieve Santo Stefano (AR)
Tel.: 0575 799552, Fax: 0575 799553
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Attività: Istruzione
- Università degli Studi di Pisa - Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali
Via San Michele degli Scalzi, 2 / Facoltà d'Agraria
56124 - Pisa (PI)
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e-mail:macchia@agr.unipi.it
Attività: Unità di Ricerca e Conservazione del Germoplasma
Caratteristiche agronomiche |
Le
esigenze pedoclimatiche sono piuttosto limitate, infatti la specie
vegeta bene in tutti i tipi di terreno, preferendo comunque quelli
sciolti, profondi di natura calcarea.
Si comporta da biennale
producendo una rosetta basale di foglie il primo anno ed uno scapo
fiorale il secondo anno. La semina si esegue a fine Febbraio utilizzando
15-20 Kg di seme, oppure mediante trapianto in Aprile, previa semina in
serra in Febbraio. Le distanze di trapianto consigliate sono di
30x40cm.
Il terreno si prepara a fine estate con una aratura a media
profondità (circa 40cm); segue un'erpicatura con erpice frangizolle ed
interramento di letame maturo ed una zappatura per trapianto.
Per tutto il periodo estivo si eseguono 2-3 sarchiature ed altrettante irrigazioni per aspersione .
Quattro o cinque raccolte si susseguono da Agosto fino a metà Ottobre.
Lo
sfalcio si può eseguire con macchine falciacaricatrici che mantengono
un'altezza di taglio di 2-3 cm dal suolo o a mano se si hanno piccole
superfìci.
La specie non risulta particolarmente sensibile a
fìtopatie ad eccezione di attacchi di Altica nelle giovani piantine e di
Oidio nella fase di sviluppo plantulare in serra.
Le rese di prodotto verde si aggirano sulle 10-15 t/ha per ciascuno dei primi due tagli; di minore entità quelli successivi.
| Guado - plantula in fase di trapianto. |
| Guado - pianta in prefioritura. |
| Guado - piantina in vaso |
| Guado - piantina |
Utilizzazione del prodotto |
Uso: pianta tintorea
Il
principale utilizzo delle foglie è quello per l'estrazione dell'indaco,
una sostanza blu colorante per i tessuti. Si usa la foglia allo stato
fresco in cui sono contenuti i precursori chimici dell'indaco (beta
glucoside dell'indossile o indacano).
Caratteristiche tecnologico-organolettiche |
Può
comunque risultare interessante anche come pianta biocida per il suo
elevato contenuto di glucosinolati presenti soprattutto nell'apparato
radicale, particolarmente attivi nei confronti dei nematodi. Può essere
utilizzata come specie foraggera per le sue ottime qualità.
Altro interesse alla conservazione |
L'interesse
per la riscoperta di questa pianta è scaturita da motivazioni
storico-culturali di indubbio valore, in quanto proprio a causa della
vocazione pedoclimatica della Valtiberina, essa ha rappresentato per
alcuni secoli una componente essenziale nel commercio e nello sviluppo
economico.
E' per questi motivi che la Comunità Montana Valtiberina
Toscana, attraverso l'intervento comunitario LEADER II, ha coinvolto
varie realtà tra cui le scuole del territorio per avviare una
sperimentazione biennale di coltivazione e di estrazione al fine di far
conoscere alle aziende del territorio, soprattutto quelle agrituristiche
questa coltura e di poterla inserire a pieno titolo nell'ordinamento
colturale dell'azienda.
Alcune aziende a questo proposito si sono
rese disponibili ad effettuare delle sperimentazioni di coltivazione e
seguono con entusiasmo e successo.
Guado (Popolazione)
Guato, Glasto, Pastello dei Tintori, Gualdo, PastelloFAMIGLIA:
Crucifere;GENERE:
Isatis; SPECIE:
Tinctoria;
N.
VE 041 inserita il
04-07-2003
Foglie inferiori (rosetta) | Eretto, semieretto |
Fusto scapo inferiore | Eretto |
Fusto scapo superiore | Ramificato-corimboso |
Fusto: altezza | Media 74 cm (range 50-90) |
Foglie |
Colore verde scuro
|
Foglie inferiori |
Forma lanceolata, glauche e cerose
|
Foglie superiori | Progressivamente ridotte |
Epoca di fioritura | Giugno |
Racemi |
Più o meno densi
|
Fiori colore | Giallo |
Seme (silique monosperme) |
Pendule, ellittiche, colore bruno scuro
|
Si tratta di una specie erbacea con forma di crescita perenne o più frequentementebiennale.
Il
portamento è caratterizzato il 1 anno da una rosetta con foglie
centrali assurgentied esteme patenti, il 2 anno si ha la formazione di
3-5 scapi fiorali con foglie sessilialterne, amplessicauli.
Raggiunge l'altezza di circa 1-1,20 m.
Epoca
di semina: Febbraio (fine inverno), da preferirsi la semina in alveolo
inambiente protetto e successivo trapianto con distanze di 30x40 cm.
Infiorescenza:
pannocchia composta da 10-30 racemi ciascuno di 12-50 fiori
tetrameri.Fiore attinomorfo, ermafrodito con 4 sepali verde-giallo; 4
petali gialli; 1gineceomonocarpellare supero; 6 stami liberi.
Epoca di fioritura: aprile-maggio.
Impollinazione anemofìla o entomofìla.
Epoca di maturazione del frutto: Giugno, Luglio.
Durata della produzione: 4 settimane.
Forma del seme: allungato, colore giallo-ocraceo.
Peso di 1000 semi: 3,44 g.
Produzione media di seme a pianta: 14,368 g.
Produzione ad ha: 3,59 q.
Conservazione seme in ambiente ventilato.
Germinabilità: 76% con seme refrigerato; energia germinativa 5,52;
70% con seme non refrigerato, energia germinativa 6,82.
Suscettibilit riscontrata nei confronti di insetti (Altica) e di patologia fungina(Oidio) più sensibile in ambiente controllato.
| Guado - fioritura |
| Guado - post fioritura |
| Guado - pianta con frutti maturi |
Conclusi
- Vecchie varietà erbacee Valtiberina (2004-2005)
Il
progetto ha caratterizzato morfologicamente varietà orticole, foraggere
e cerealicole e provveduto alla loro conservazione "in situ".
Tipologia: Progetto a valenza territoriale
Periodo: 2004-01-01 - 2005-12-01
Area Geografica:
comprensorio della Comunità Montana della Valtiberina (Anghiari, Badia
Tedalda, Caprese Michelangelo, Monterchi, Pieve Santo Stefano,
Sansepolcro, Sestino)
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