LA MACCHINA JAQUARD

 LA MACCHINA JACQUARD 

 La macchina Jacquard permette, con un solo movimento, l'alzata contemporanea di centinaia di fili a diversa evoluzione. La Jacquard, sul telaio a mano è situata in alto al disopra delle casse battenti, leggermente arretrata rispetto ad esse, ed è fissata a un Brancale, composto da due traverse di legno unite fra loro, sorretto da due Cavalletti solidali con le Fiancate del telaio stesso. Dalla Jacquard scendono numerose fini corde di lino ritorto incerato (Arcate) sistemate con un preciso determinato ordine in un complesso detto Padiglione. Ogni Arcata porta attaccata in basso una Maglia (il cui anello è circa un cm. più basso del piano delle casse battenti) unita a un Gugellone (peso) atto a mantenere l'arcata e la maglia nella giusta tensione. La Jacquard, tramite una catena di cartoni forati secondo un procedimento speciale e per mezzo dei suoi organi meccanici, fa sollevare le arcate, le maglie e i relativi fili di ordito in esse infilati, secondo un predisposto disegno



. Gli organi principali di una macchina Jacquard sono i seguenti: 

PARTI FISSE:

 a) Due Fiancate collegate fra loro, atte a sorreggere gli organi fissi e mobili della Jacquard stessa.





 b) La Tavoletta dei Colletti, situata in piano sul basso della macchina.




c) La Griffa degli Aghi, racchiusa in un astuccio.








PARTI MOBILI:

 a) Il Cappello, corredato di coltelli (movimento verticale alto-basso).










b) Gli Arpini con i Colletti (movimento verticale alto-basso).




c) Gli Aghi, (movimento orizzontale sinistra-destra e viceversa).












 d) La Tavoletta degli aghi, con molle di ritorno (movimento orizzontale sinistradestra e viceversa).









e) Il Prisma o Cilindro (movimento rotatorio da sinistra verso destra e orizzontale sinistra destra e viceversa.




 f) Le parti meccaniche per il movimento del prisma .



g) Il Palo con le due Pulegge e la Ruzzola con Canale per il sollevamento del cappello (movimento rotatorio sinistra-destra e viceversa).



 h) La Griglia degli Arpini atta ad impedire che durante la tessitura essi si spostino o si girino su loro stessi (movimento alto-basso).










 1 MOVIMENTI DELLA JACQUARD

Un pedale imperniato in basso sul dietro del telaio e collegato alla Jacquard permette, abbassandolo col piede, di far ruotare, il palo della Jacquard stessa, tramite una fune e una ruzzola con canale che serve da puleggia. Fisse sul palo, esattamente sopra alla Jacquard, vi sono due pulegge collegate a mezzo di due cinghie a due perni facenti parte del cappello. Il palo, ruotando, obbliga le due pulegge ad avvolgere su loro stesse le due cinghie e a sollevare il cappello. Lasciando libero il pedale, il cappello ricade sul piano della Jacquard nella sua posizione di riposo.





 Lateralmente, sulla sinistra della macchina, c'è un Prisma, in genere di legno, a quattro facce tutte forate in ranghi e file secondo un preciso ordine e numero. Il Prisma, detto comunemente Cilindro, quando si solleva il cappello, si sposta orizzontalmente verso sinistra facendo contemporaneamente un quarto di giro, e questo, a mezzo di due bracci di leva e un cane. I movimenti sono dati al cilindro da due Cremagliere solidali ai due Bracci del cappello scorrevoli entro due guide che fanno parte delle due fiancate della Jacquard. Le cremagliere, ad ogni alzata e abbassata del cappello, fanno muovere, secondo un arco di cerchio, un settore circolare dentato con i denti del quale ingranano. Da una estremità di ciascuno dei due settori partono, snodati, due Bracci di leva raccomandati, a loro volta, a due Perni fissi nella parte alta del Battente che regge il cilindro. Ad ogni alzata del cappello corrisponde un movimento dei settori circolari che, con i loro bracci di leva, fanno spostare il battente verso sinistra è, pertanto, il cilindro dalla sua posizione di riposo. Nello spostamento, un Cane imperniato fisso ma snodato, posto superiormente a una estremità del cilindro, tramite il suo uncino, obbliga il cilindro stesso a fare un quarto di giro verso destra. Il cane è coadiuvato, nella sua azione, da una Molla che, comandando due Martelli appoggiati alle due estremità del cilindro dette Lanterne, gli impedisce con la sua pressione di compiere, ad ogni alzata del cappello, più del quarto di giro richiesto. Oltre al cane per l'avanzata del cilindro vi è anche un sottostante cane da comandarsi a mano tramite una cordicella che, tirata, solleva il cane superiore e fa funzionare quello inferiore il quale, data la sua posizione, obbliga il cilindro a fare marcia indietro, cosa questa, che può essere molto comoda durante il lavoro di tessitura. I due perni del cilindro, che girano dentro due supporti sostenuti dalle due fiancatine del battente, possono essere sollevati o abbassati, per eventuali registrazioni, da due Viti di registro sulle quali appoggiano i suddetti supporti. Per impedire che, nel continuo movimento di alzata e abbassata, gli arpini abbiano a muoversi dal loro preciso posto e, quel che è peggio, a girarsi su loro stessi in modo che le loro teste possano uscire dal campo di azione dei coltelli, una Griglia speciale è piazzata alla base degli arpini appena sopra la tavoletta dei colletti. La griglia è composta da tante asticciole di ferro, a sezione tonda, quante sono le file degli arpini e da due assicelle di legno che servono a sostenerle. Ogni asticciola entra dentro una fila di arpini nella loro parte bassa vicino ai colletti e mantiene la fila suddetta in perfetto ordine. Naturalmente la griglia segue 2 il movimento di alzata e abbassata del cappello. Le facce del cilindro corrispondono esattamente col loro piano al piano di una Tavoletta detta degli Aghi. All'abbassata del pedale corrisponde l'alzata del cappello, lo spostamento laterale verso sinistra e la contemporanea rotazione di un quarto di giro del cilindro. Al rilascio del pedale corrisponde la caduta del cappello e la battuta contro la tavoletta degli aghi di una faccia del cilindro che ritorna al suo posto di riposo. La Tavoletta degli aghi serve a sostenere e guidare tutto il corpo degli aghi che passano, uno per uno entro altrettanti fori in essa praticati in corrispondenza ai fori delle






facciate del cilindro, tanto che ogni ago entra esattamente nel centro di uno di detti fori e, per essere esatti, in quel determinato foro. Ogni ago è appoggiato con una piccola piegatura, che si trova lungo il suo corpo, chiamata Naso, a un'altra asticciola verticale di acciaio, detta Arpino che ha la parte superiore piegata a gancio e la parte inferiore ripiegata su se stessa con una piegatura molto lunga che serve da molla di ritorno. Ogni arpino si trova appoggiato con la sua estremità superiore a un Coltello del cappello in modo che la piegatura della sua testa verrà agganciata dal coltello stesso quando il Cappello si alzerà, provocando la sua alzata. Occorre tener presente che gli arpini, come gli aghi e i fori del cilindro, sono perfettamente uniti nel loro lavoro. Come ho accennato prima, i fori sul cilindro sono regolarmente posti in ranghi e file e altrettanto lo sono gli aghi e gli arpini. Il cilindro serve a guidare una catena di cartoni e a far presentare, ad ogni colpo di pedale e cioè ad ogni alzata di cappello, un nuovo Cartone il quale non è che una striscia di detto materiale della stessa misura di una faccia del cilindro, presentante un certo numero di fori, fatti dietro la guida di un disegno tecnico, e un certo numero di punti non forati, corrispondenti tutti esattamente, ai fori del cilindro stesso. Quando il cilindro batte con una delle sue facce, corredata da un cartone, contro la tavoletta degli aghi, gli aghi che si trovano di fronte a fori del cartone penetrano, attraverso detti fori, nei fori del cilindro e i relativi arpini non spinti indietro dai nasi degli aghi, rimanendo con le teste sopra ai coltelli, si solleveranno al sollevamento del cappello, e faranno sollevare le relative arcate, maglie e fili di ordito in esse infilati. Dove il cartone non sarà forato, gli aghi corrispondenti, spostati indietro dal cartone pieno, spingeranno a loro volta, a mezzo dei nasi, fuori dal campo di alzata dei coltelli, i relativi arpini facendoli rimanere bassi e bassi. i fili infilati nelle maglie corrispondenti. In termini brevi, a foro sul cartone, corrisponde l'alzata del corrispondente arpino e del relativo filo di ordito. Viceversa, a cartone pieno corrisponde il filo di ordito basso.

 La portata di una macchina Jacquard o di una macchina Vincenti corrisponde al numero degli arpini della quale essa è dotata. 

FORMAZIONE DEL TESSUTO: IL TELAIO PER TESSERE A MANO NELLA SUA PIU' SEMPLICE ESPRESSIONE 

 Noi sappiamo che un tessuto è formato dall'intreccio di tanti fili paralleli (ordito o catena) con una serie di trame. Questo intreccio avviene sollevando, con ordine prestabilito, un certo numero dei suddetti fili d'ordito e inserendo, attraverso l'apertura ottenuta detta passo, e cioè fra i fili alzati e quelli abbassati, la trama. L'operazione si ripete variando l'alzata dei 3 fili di ordito mentre la trama, che corre da sinistra a destra dentro i passi dell'ordito che via via si formano, compie l'intreccio. L'alzata dei fili di ordito si ottiene mediante i Licci che sono telaietti, generalmente in legno e metallo o tutti in metallo leggero, portanti ciascuno un certo numero di Maglie e cioè di asticelle di metallo o cotone, con anello centrale, destinate a ricevere infilati in detti anelli i fili di ordito. I licci sono gli strumenti indispensabili per la formazione dell'intreccio, ma altresì indispensabili sono tanti altri meccanismi riuniti in quel complesso che è il Telaio per tessere, la più semplice espressione del quale è il Telaio a mano a due soli licci mossi con due pedali. Il subbio di ordito A misura che la stoffa si tesse, occorre produrre lo svolgimento, dal subbio di ordito, di una lunghezza corrispondente, aumentata della quantità di rimborso richiesta dalla formazione dell'intreccio.La rotazione del subbio può essere prodotta. in modo automatico e continuo, quando il telaio funziona, da un meccanismo azionato, per es. dalla cassa battente" In tal caso si hanno i regolatori positivi del subbio d'ordito, i quali non sono impiegati nei telai per cotone. Invece tale rotazione può essere effettuata per richiamo esercitato direttamente dal regolatore del tessuto, a misura che questo viene avvolto. È intuitivo che lo svolgimento della catena non deve essère facile, poichè altrimenti si avrebbe una chiamata d'ordito esuberante, con relativo allentamento dei fili. Questi, per tessere, devono essere sufficientemente tesi. Bisogna quindi che la spinta a ruotare che il subbio d'ordito riceve ad ogni richiamo, venga smorzata od in altre parole, che il subbio venga frenato. Si hanno così i treni per subbio d'ordito, molto impiegati nella tessitura del cotone, della lana, della seta. Vi è in ultimo una terza categoria di apparecchi, formati da meccanismi che producono positivamente la rotazione del subbio, sotto l'influenza delle variazioni di tensione dél1'ordito, dovute al richiamo del tessuto ed alla formazione del passo. Questi congegni sono detti regola tori semipositivi, ed il loro impiego sta diventando notevole. Preliminari del funzionamento del freno. Un freno qualsiasi agisce per frizione o per l'attrito fra due superfici. Tutti conoscono i freni per le ruote delle vetture, delle biciclette, ecc., che sono freni a ceppo. TI freno per il subbio d'ordito appartiene al tipo detto a nastro. Una corda od una catena è attaccata ad un punto fisso A; viene avvolta per due o tre giri attorno alla viera del subbio, poi termina con un peso P. Nel trattato del Ponci (1) è descritto assai bene il modo di agire del freno, e ci permettiamo di riportarlo: « Man mano che la stoffa si forma, il richiamo della catena tende ad alzare il peso, finchè la corda nel tratto A-B allentandosi, ed allentandosi anche i giri di corda prossimi a questo 4 tratto, la corda slitta sulla viera ed il peso P abbassandosi, prende il posto di prima. Osserviamo anzitutto che il numero dei giri della corda deve essere ben regolato: infatti se non è sufficiente, la corda slitta sempre e mantiene teso il tratto A-B ed il peso
 
P non ha tutto il suo effetto, perché dall'altro lato gli fa equilibrio, almeno in parte, la tensione nel tratto A-B. Se il numero dei giri poi è troppo grande, la corda non può slittare anche se il tratto A-B si allenta ed allora il peso si solleva troppo, producendo inconvenienti, specie nei freni a leva. Il numero dei giri varia, a seconda dell'attrito fra corpo e corpo; nel caso di corda, comune avvolta su ghisa è di 2 o 3 giri. Con questo tipo di svolgimento l'ordito è alimentato durante l'apertura del passo, e rientra, quando il passo è chiuso. Ugualmente l'ordito può leggermente avanzare quando è dato il colpo del battente, e non si distende quando questo retrocede. Il freno può così considerarsi come elastico. 


 MACCHINETTE TIRALICCI
 L'alzata dei licci può essere fatta col primitivo sistema delle leve a pedale. Naturalmente il lavoro di tessitura, con questo sistema, è lento e il numero dei licci che si possono usare è molto limitato, mentre con le macchinette tiralicci, il cui principio è una derivazione del principio di Jacquard, il lavoro è semplificato e il numero dei licci può arrivare a 24. L'alzata simultanea di un certo determinato numero dei suddetti licci si ottiene tramite l'abbassamento di un unico pedale. I licci sono comandati da grossi arpini di acciaio che si possono alzare secondo l'intreccio di una armatura tradotto su cartoni forati, su stecche e pioli di legno oppure su aste metalliche con rotelle e spazi vuoti a seconda del tipo di macchinetta. Una macchinetta in posizione di lavoro, e cioè di alzata e col movimento dei licci dato da aste e rotelle. Due fiancate collegate fra loro, in basso, con una tavoletta di legno detta Tavoletta dei Colletti ove appoggiano le basi degli Arpini e, in alto, con una griglia atta a tenere gli arpini stessi a precisa distanza fra loro, compongono il Castello. Al disopra della Griglia degli Arpini c'è una barra di ferro orizzontale che porta una stecca pure di ferro, detta Coltello alla quale sono appoggiate le estremità superiori degli arpini, forgiate a gancio. Questo insieme chiamato Cappello ha due perni alle sue estremità e può ricevere un movimento di alzata e abbassata tramite due cinghie fissate ai due suddetti perni e a due pulegge solidali a un palo di ferro orizzontale sostenuto da due supporti e posto al disopra del cappello. Detto palo porta alla sua estremità, verso il tessitore, una puleggia grande con canale, collegata tramite una fune, al pedale del telaio. L'abbassata del pedale fa ruotare la puleggia e il palo e, contemporaneamente, fa alzare il cappello sollevato dalle due cinghie che si avvolgono sulle pulegge. Gli arpini si trovano nell'interno del castello, sostenuti dalla griglia e appoggiati con le loro teste, come è già stato detto, al coltello mentre alle loro basi, all'altezza della tavoletta dei colletti, sono raccomandati i Colletti che li collegano direttamente ai licci a mezzo di funicelle di nailon. Di fianco, sulla sinistra del castello, c'è il movimento per l'alzata dei licci e cioè un cilindro, con guide di metallo, atto a sostenere e far girare la catena di aste del 5 Disegno sulla quale, a mezzo di rotelle e spazi vuoti, è stata tradotta l'armatura dell'intreccio da tessere. Su ogni stecca del disegno, ad ogni arpino della macchinetta corrisponde un preciso spazio nel quale può essere inserita una rotella o uno spessore basso. Inseriremo una rotella quando l'arpino e il relativo liccio devono sollevarsi; metteremo uno spessore basso quando l'arpino e il relativo liccio dovranno rimanere bassi. La rotella preme contro il relativo arpino e ne mantiene la testa a gancio sopra al coltello che lo solleva. Uno spessore, invece, fa rimanere basso il corrispondente arpino che, essendo fatto a molla e non essendo pressato dalla rotella, si allontana dal coltello in modo che la sua testa non è agganciata e pertanto non è sollevata. Il Disegno a mezzo del pezzo presenta, girando, ad ogni abbassata di pedale, una nuova stecca e cioè una nuova alzata di licci alla quale deve corrispondere l'inserzione di una trama.

 NUOVO SISTEMA PER L'ALZATA DEI LICCI 

 La catena di aste metalliche, rotelle e spazi è ora vantaggiosamente sostituita da una catena di stecche e pioli di plastica ove le stecche e i pioli sostituiscono le aste metalliche e le rotelle mentre gli spazi sono eliminati. Ogni stecca ha tanti fori corrispondenti, per numèro e posizione, agli arpini della macchinetta. L'alzata di un arpino, e quindi del corrispondente liccio, si ottiene inserendo nel foro a lui adiacente un piolo che ha la stessa funzione di una rotella. Sistema molto più rapido e pratico perché nella costruzione del disegno per l'alzata dei licci non è più necessario smontare la catena e non sono più necessari gli spazi sostituiti dai fori che rimangono vuoti. Anche il solo spostamento dei pesi lungo il braccio della leva produce, logicamente, una differenza di frenatura e una differenza di tensione dell'ordito. L'ordito dal relativo subbio, è passato nelle maglie del corpo di licci e nei denti del pettine raccomandato alle casse battenti che, imperniate in basso, sono registrabili per altezza. Le casse battenti sono a una navetta il cui lancio a volo è azionato da una maniglia di legno collegata, con una doppia cordicella di nailon, ai due tacchetti di legno e cuoio delle due cassette. Il tessuto che si forma viene raccolto sul relativo subbio e il suo avvolgimento si fa a mano tramite gli appositi bracci di leva, fissati sulla estremità destra del subbio stesso, coadiuvati da una ruota dentata a denti di sega e da un cane di arresto posti sulla estremità sinistra. La sistemazione dei Licci è stata fatta nella seguente maniera: ad ogni arpino della macchinetta è attaccato, tramite una corda di nailon, che scende doppia dalla sua base, un liccio. I due capi della corda passano fra le due bacchette e sono unite al liccio tramite i due registri. I registri servono per mettere a giusto piano i licci.
 
All'alzata dell'arpino corrisponde l'alzata della corda doppia e il sollevamento del liccio ad essa attaccato. Ogni liccio ha agganciati, alla sua stecca orizzontale inferiore, due cavalieri i quali sono uniti a due molle che, bloccate a punti fissi in basso, hanno lo scopo di facilitare il ritorno 6 dei licci dopo la loro alzata e, contemporaneamente, di mantenere il loro movimento di alzata e abbassata in una corsa verticale esente da dannose oscillazioni. 

PETTINE E IMPETTINATURA 

Il pettine, che è un'attrezzo importantissimo nella formazione del tessuto dipendendo da esso la sua uniformità, è formato da una serie di sottili laminette di acciaio dai bordi arrotondati. Queste laminette, chiamate denti, sono poste l'una accanto all'altra a identica distanza e sono sostenute da due barrette orizzontali di legno o di metallo alle quali sono impeciate o saldate dette crestelle. Due colonnini chiudono il pettine a sinistra e a destra. Il numero delle laminette, e cioè dei denti a centimetro varia secondo le necessità: tale numero si dice Riduzione del pettine. I fili di ordito, provenienti dai licci, vengono passati singolarmente o a gruppi negli spazi fra i denti del pettine allo scopo di disporre tutto l'ordito nella larghezza voluta. Il pettine ha anche la funzione di serrare le trame, che vengono via via inserite, contro il tessuto già fatto. La passa tura dei fili di ordito nel pettine è sempre fatta con un certo numero di fili per dente e non è semplice stabilire precise regole in merito poiché troppi sono gli elementi che vi concorrono (Tipo della fibra - grossezza e resistenza del filato - quantità di fili al cm. tensione dell'ordito - armatura ecc.). La pratica ci può dare, articolo per articolo, la regola esatta per la passatura e cioè sulle riduzioni dei pettini da usare e sul numero dei fili a dente col quale fare la passatura suddetta. Comunque, teoricamente la riduzione al cm. di un pettine si ottiene dividendo il numero totale dei fili di ordito per il numero che si ricava moltiplicando l'altezza al pettine voluta per il numero dei fili a dente e cioè: Riduzione del pettine = Numero totale fili ordito / (Altezza dell'ordito al pettine x Numero di fili a dente) Il numero dei fili per dente varia secondo l'armatura. Nel caso dell'armatura tela, il cui rapporto è di due soli fili, la passatura sarà fatta con 2 fili a dente oppure con 4 o con 6 se la riduzione dei fili di ordito è molto forte. Pertanto dovendo trovare la riduzione del pettine per un ordito di 6240 fili la cui altezza al pettine debba essere di cm. 130 e la cui tessitura debba effettuarsi a tela, se la passatura si farà a due fili per dente, avremo: Riduzione del pettine = 6240 / (130 x 2) = 24 e cioè sarà necessario usare un pettine di 24 denti a cm., passandolo 2 fili per dente. Se invece si facesse una passatura con 6 fili per dente avremo: 7 Riduzione del pettine = 6240 / (130 x 6) = 8 e cioè sarà necessario usare un pettine di 8 denti a cm., passandolo 6 fili per dente. La Luce del Pettine è la larghezza utile del pettine e cioè la misura in cm. dal 1° dente a sinistra all'ultimo a destra. La Lunghezza del Pettine è data dalla misura della luce più i colonnini Co e Col. L'Altezza del Pettine si misura in cm. comprendendo anche le due Crestelle Cr e Crl.

 RIDUZIONI

 La Riduzione di un Tessuto è data dal numero di fili e di trame Riduzione al Pettine è il numero dei fili a cm. al pettine. Riduzione al pettine è il numero dei fili a cm al pettine Riduzione Colpi è il numero di trame al cm. in telaio. Riduzione del Pettine è il numero di denti a cm. 

RIENTRO

 Nella esecuzione di un tessuto si ha sempre un rientro sia in larghezza come in lunghezza. Questo rientro è dato dal restringimento in tessitura sommato al restringimento di una eventuale rifinizione. La larghezza dell'ordito a pettine è superiore -a quella del tessuto a causa del tiraggio delle trame che fa accostare maggiormente i fili fra loro. Anche la lunghezza originale dell'ordito risulterà superiore alla lunghezza della pezza tessuta e questo a causa del movimento sinuoso acquistato dai fili dopo la tessitura e per la parte di esso perduta all'inizio della tessitura a cui va aggiunta anche quella parte che rimane nei licei alla fine di ogni ordito. Un forte rientro, sia in trama come in ordito si avrà per tutti quei tessuti che dovranno subire, tolti dal telaio, delle successive operazioni di rifinizione. 

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